Antonio Gramsci
Ales (Cagliari) 1891 - Roma 1937
Opere principali. Tra il 1913 e il 1926, Gramsci pubblicò numerosissimi articoli su giornali e riviste, dopo la fine del fascismo raccolti e pubblicati dall’editore Einaudi (senza indicazione del curatore, ma affidati prima a G. Berti, quindi a E. Fubini): L’Ordine Nuovo. 1919-1920 (1954); Scritti giovanili. 1914-1918 (1958); Sotto la Mole. 1916-1920 (1960); Socialismo e fascismo. L’Ordine Nuovo. 1921-1922 (1966); La costruzione del Partito comunista. 1923-1926 (1971). Una nuova edizione, anch'essa presso Einaudi, corredata di apparati critici, si è arrestata agli scritti del 1920: Cronache torinesi. 1913-1917 (1980); La città futura. 1917-1918 (1982); Il nostro Marx. 1918-1919 (1984), tutti a cura di S. Caprioglio; L’Ordine Nuovo. 1919-1920, a cura di V. Gerratana e A.A. Santucci (1987). Dell’epistolario di Gramsci sono state pubblicate dapprima solamente le lettere da lui scritte: Lettere dal carcere, Torino, Einaudi, 1947; Lettere. 1908-1926, a cura di A.A. Santucci, Torino, Einaudi, 1992; Lettere dal carcere, a cura di S. Caprioglio e E. Fubini, Torino, Einaudi 1965. Nel 2020 Einaudi ha pubblicato in collaborazione con la Fondazione Gramsci un’edizione critica delle Lettere dal carcere a cura di F. Giasi. Nel 1960 Palmiro Togliatti aveva curato un’ampia scelta di lettere di e a Gramsci risalenti al periodo 1923-1924 (La formazione del gruppo dirigente del Partito Comunista Italiano nel 1923-24, «Annali. Istituto Giangiacomo Feltrinelli», 1960, pp. 388-530), mentre solamente nel 1991 si è avviato il recupero di sezioni dell’epistolario carcerario: Piero Sraffa, Lettere a Tania per Gramsci, a cura di V. Gerratana, Roma, Editori Riuniti, 1991; Antonio Gramsci-Tatiana Schucht, Lettere 1926-1935, a cura di A. Natoli e C. Daniele, Torino, Einaudi, 1997. I manoscritti del carcere sono stati pubblicati in una edizione tematica tra il 1948 e il 1951 dall’editore Einaudi, per la cura di P. Togliatti e F. Platone (Il materialismo storico e la filosofia di Benedetto Croce, 1948; Gli intellettuali e l’organizzazione della cultura, 1949; Il Risorgimento, 1949; Note sul Machiavelli, sulla politica e sullo Stato moderno, 1949; Letteratura e vita nazionale, 1950; Passato e presente, 1951), quindi, sempre presso Einaudi, in edizione critica nel 1975 (Quaderni del carcere, edizione critica dell’Istituto Gramsci a cura di V. Gerratana) e in un’edizione anastatica nel 2009 a cura di G. Francioni, con la collaborazione di G. Cospito e F. Frosini (Quaderni del carcere. Edizione anastatica dei manoscritti, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana - Cagliari, L’Unione sarda, 2009, 18 voll.). Attualmente presso la Fondazione Gramsci di Roma, per i tipi dell’Istituto della Enciclopedia Italiana è in corso l’Edizione Nazionale degli Scritti di Antonio Gramsci, suddivisa nelle sezioni: Scritti 1910-1926 (diretta da L. Rapone), Epistolario (diretta da C. Daniele) Quaderni del carcere (diretta da G. Francioni), Documenti (diretta da F. Giasi).
Storia del lascito. Dopo la morte di Gramsci (27 aprile 1937), i documenti riguardanti il periodo di detenzione – 1926-1937 (lettere, libri, riviste e 33 quaderni) – furono trasferiti a Mosca dove venne istituita presso il Comintern una commissione per decidere la collocazione di questa documentazione, che verrà poi affidata alla cura di Palmiro Togliatti, a nome del Partito comunista d’Italia. I quaderni giunsero da Mosca il 3 marzo 1945; le lettere, su cui si era cominciato a lavorare su trascrizioni fatte a Mosca, arrivarono in Italia alla fine del 1946, in tempo per un riscontro sulle bozze. La biblioteca di Gramsci fu riportata a Roma nel marzo 1950 e depositata presso la costituenda “Fondazione Gramsci” (dal 1954: “Istituto Gramsci”, dal 1982: “Fondazione Istituto Gramsci”; dal 2016 è ritornata alla sua denominazione originaria). Il materiale a stampa appartenuto al leader comunista andò a costituire il primo nucleo della biblioteca della fondazione, successivamente ampliatasi nel corso del tempo (oggi comprende più di 200 mila volumi, principalmente dedicati alla storia e alla politica italiana e internazionale). La biblioteca privata di Gramsci comprende 767 volumi e 90 periodici, per circa mille fascicoli, che possono essere suddivisi nel modo seguente: libri appartenuti a Gramsci prima dell’arresto (novembre 1926), o da lui acquisiti dopo il suo trasferimento (sempre in stato di detenzione) alla clinica del dottor G. Cusumano di Formia (dicembre 1933), e quindi privi di contrassegni carcerari. Altri, che contengono vari timbri carcerari, sono stati acquisiti fra il novembre 1926 e il novembre 1933 e, in base al timbro dell’istituto penitenziario e alla firma dei vari direttori, è possibile datarli con maggiore precisione: Milano: libri consegnati a Gramsci nel periodo della sua detenzione nel carcere “San Vittore” di Milano (7 febbraio 1927-11 maggio 1928); Roma: libri consegnati a Gramsci nel periodo della sua detenzione nel carcere “Regina Coeli” di Roma (12 maggio-8 luglio 1928); Turi I: libri consegnati nel carcere di Turi di Bari (direzione di Gerlando Parmegiani:19 luglio 1928-16 marzo 1929); Turi IIa (ragioniere capo, facente funzione: Andrea Amaducci: 17 marzo al 30 maggio 1929, e occasionalmente nel 1930); Turi IIb (Giuseppe Galtieri: 31 maggio 1929-24 novembre 1930); Turi III (Vito Azzariti: 25 novembre 1930-17 marzo 1933); Turi IV (Pietro Sorrentino: 18 marzo 1933-19 novembre 1933). Per quanto riguarda le riviste e i ritagli di giornale, la data di acquisizione coincide quasi sempre con quella di pubblicazione. Alcuni libri presentano il timbro del carcere ma non la firma del direttore del carcere: in questi casi i volumi, anche se acquisiti, sono stati probabilmente trattenuti dalla direzione (come si può vedere, per alcuni di loro, da una richiesta protocollata indirizzata al Presidente del Consiglio, contenuta nel Quaderno 2 , cc. 92v-93v). Alcune perdite subite dalla raccolta devono essere sottolineate. In almeno un caso (vedi la lettera di Ambrogio Donini, allora direttore della Fondazione Antonio Gramsci, a Togliatti, del 18 novembre 1952), la rimozione di «tre o quattro libri di Trotski e Bukharin» è nota, e fu intrapresa al fine di non dare a questi autori «attraverso questa menzione un’inutile pubblicità» (cfr. A. Vittoria, Togliatti e gli intellettuali. Storia dell’Istituto Gramsci negli anni Cinquanta e Sessanta, Roma, Editori Riuniti, 1992, p. 189). Informazioni utili sul flusso di libri in entrata e in uscita dal carcere di Turi non sono date solo dal timbro del penitenziario, ma anche dagli elenchi dei libri spediti dalla prigione. Queste liste, datate, si leggono in alcuni dei quaderni. Studi sulla biblioteca. T. Chiaretti, Sono arrivati i libri che Gramsci lesse in carcere, «L’Unità» (edizione romana), 19 marzo 1950; G. Carbone, I libri del carcere di Antonio Gramsci, «Movimento operaio», IV, 1952, pp. 3-53; G. Francioni, L’officina gramsciana. Ipotesi sulla struttura dei «Quaderni del carcere», Napoli, Bibliopolis, 1984; G. Francioni, Come lavorava Gramsci, in A. Gramsci, Quaderni del carcere. Edizione anastatica dei manoscritti, a cura di Id., vol. 1 (2009); Antonio Gramsci. I quaderni e i libri del carcere, a cura di F. Giasi, Cagliari, Arkadia, 2017. Sulle letture del giovane Gramsci: Gramsci: i quaderni del carcere e le riviste ritrovate, a cura di G. Francioni, F. Giasi, L. Paulesu, Roma, Associazione MetaMorfosi - Fondazione Gramsci, 2019.