Pietro Barozzi
Venezia 1441 - Padova 1507
Umanista, vescovo dapprima di Belluno (1471-1487), poi di Padova (1487-1507), conciliò passione letteraria e cura delle diocesi. In particolare, nel 1491, istituì a Padova il Monte di Pietà per combattere l’usura e si dedicò alla ristrutturazione del palazzo vescovile. È ricordato in specie per il decreto del 4 maggio 1489 – condiviso dall’inquisitore Marco da Lendinara – col quale scomunicava quanti avessero professato pubblicamente un’interpretazione averroista del De anima aristotelico. Il provvedimento costrinse molti professori dell’ateneo padovano a rivedere le proprie posizioni: celebri i casi di Nicoletto Vernia e di Agostino Nifo. Secondo alcuni interpreti, influenzò anche la commissione incaricata di preparare la bolla Apostolici Regiminis (1513) sull’immortalità dell’anima umana.
Opere principali: De modo bene moriendi. Consolatorij libri tres: Officium ad deprecandam pestilentiam. Officium ad impetrandam pluuiam. Officium ad aeris serenitatem poscendam (Venetiis 1531); Il vescovo Pietro Barozzi e il trattato De factionibus extinguendis, a c. di F. Gaeta (Venezia-Roma 1958).
Bibliografia: F. Dondi dall’Orologio, Dissertazione nona sopra l'istoria ecclesiastica di Padova, Padova, Tipografia del Seminario 1817, pp. 89 sgg.; M. Bolzonella, Pietro Barozzi vescovo di Padova (1487-1507), Padova, Tipografia del Messaggero 1941; B. Nardi, Saggi sull’aristotelismo padovano dal secolo XIV al secolo XVI, Firenze, Sansoni 1958; Id., Studi su Pietro Pomponazzi, Firenze, Le Monnier 1965; F. Gaeta, Barozzi, Pietro, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 6 (1964); P. Gios, L' attività pastorale del vescovo Pietro Barozzi a Padova (1487-1507), Padova, Istituto per la storia ecclesiastica padovana 1977; J. Monfasani, Aristotelians, Platonists and the missing Ockhamists: philosophical liberty in pre-reformation Italy, «Renaissance Quarterly», XLVI, 1993, pp. 247-276.