Vincenzo Finamore
Gessopalena (Chieti) 1837 - Napoli 1865
Studiò a Lanciano e a Napoli, abilitandosi all’insegnamento di letteratura e filosofia; ordinato sacerdote nel 1858, ottenne una cattedra presso il liceo dell’Aquila, dove insegnò dal 1861 al 1865. Nominato sulla cattedra del liceo di Caltanissetta, lasciò l’abito talare; morì di colera a Napoli prima di poter raggiungere la Sicilia. Di formazione giobertiana, si orientò verso l’idealismo hegeliano, dopo aver preso conoscenza dell’opera di Bertrando Spaventa. Non poté pubblicare le sue Lezioni di filosofia, rimaste manoscritte e in seguito solo parzialmente rintracciate.
Opere principali: Prolusione alle lezioni di Filosofia nel Regio Liceo di Aquila, 24 Novembre 1862 (Aquila 1862); Prolusione allo studio di Filosofia nel Regio Liceo di Aquila, 16 Novembre 1863 (Aquila 1863); Lezioni di filosofia, inedite (ca. 1862-1865).
Bibliografia: G. de Crecchio, Vincenzo Finamore: le stagioni perdute. Le epistole familiari 1860-1865, in I Finamore. Storia intima di una famiglia di intellettuali abruzzesi tra XIX e XX secolo, Lanciano, contrAppunto 2006; G. de Crecchio - A. Savorelli, Come si diventa “hegeliani”: Vincenzo Finamore, «Giornale critico della filosofia italiana», 2008, fasc. I.
Risorse online: G. de Crecchio - A. Savorelli, Come si diventa "hegeliani": Vincenzo Finamore, «Giornale critico della filosofia italiana», 2008, fasc. I.